MACERATA. Un incontro surreale tra due boxers d’eccezione, i grandi Maestri Verdi e Wagner, si è svolto sul ring immaginario dell’Aperitivo Culturale dal titolo “Verdi vs Wagner: un incontro alla pari?”. Giudice del match il divertente e acuto saggista e musicologo Quirino Principe che ha analizzato questo duello tra due estetiche fomentato, in realtà, più dagli studiosi che dai due compositori.
Sebbene Verdi abbia preso posizioni su Wagner parlandone spesso anche nei suoi carteggi, Wagner non si espresse mai sul Maestro di Busseto anche se assistette alla prima del Requiem di Verdi a Vienna nel 1874.
Due giganti accomunati sia dall’anno di nascita, e dal conseguente bicentenario, che da un percorso artistico parallelo fatto di trionfi e momenti di declino molto simili. Per Principe però esiste una profonda differenza dal punto di vista fenomenologico che fa di Wagner il vincitore di questo incontro di boxe immaginario.
Entrambi hanno reso grande la musica “forte” (al professore non piace il termine “classica”) ma ad un estimatore di Wagner la musica di Verdi può sembrare leggermente superficiale perché manca quel filtro riflessivo che permette il salto, presente ad esempio nel Parsifal, dall’Eros all’Agape, cioè dall’innamoramento per la bellezza all’amore totale, tipico del rapporto genitore-figli. Un balzo dal musicare le passioni alla filosofia nella musica che, secondo Principe, Verdi non ha mai realizzato allo stesso livello di Wagner.share