La luna accompagna e interpreta tutte e tre le opere in cartellone.
Senza il sorgere della luna non possono eseguirsi le esecuzioni dei principi che non hanno risposto agli enigmi di Turandot.
Il popolo di Pechino la chiama
“Perché tarda la luna? Faccia pallida! Mostrati in cielo! Presto! Vieni! Spunta! O testa mozza! O squallida! Vieni! Spunta! Mostrati in cielo! O testa mozza! O esangue! O esangue, o squallida! O taciturna! O amante smunta dei morti!”
Con la sua apparizione arriva anche Turandot.
Solo quando tramonterà la luna trionferà l’amore.
Anche Norma invoca la luna e al suo apparire sono legati i destini dei due popoli in lotta
“Casta diva, che inargenti queste sacre antiche piante, a noi volgi il bel sembiante, senza nube e senza vel. Tempra tu de cori ardenti, tempra ancor lo zelo audace, spargi in terra quella pace che regnar tu fai nel ciel.”
Come è scritto nelle didascalie del libretto
La luna splende in tutta la sua luce; tutte si prostrano
Come dice Jung: La luna è sempre intesa come ricettacolo delle anime dei morti. Esse migrano sulla luna dopo la morte, e la luna le fa rinascere nel sole.
Anche Rodolfo invoca (per finta) la luna
“Cercar che giova? Al buio non si trova. Ma per fortuna è una notte di luna e qui la luna l’abbiamo vicina…”
Se ci sarà la luna nelle serate allo Sferisterio avremo un silenzioso ma inquietante protagonista